Le verità nascoste
Brevi cenni Storici
Il 28 ottobre del 1970 OMEGA stipulò un accordo con alcune società europee per la distribuzione dei propri orologi. In Italia la distribuzione esclusiva fu affidata alla società per azioni F.lli De Marchi con sede a Torino in Via Gioberti. OMEGA concedeva ai F.lli De Marchi il diritto esclusivo della distribuzione degli orologi con marchio OMEGA, impedendo a qualsiasi concessionario italiano di acquistare direttamente da OMEGA CH.
Lo stesso anno OMEGA sottoscrisse in Europa altri contratti di distribuzione esclusiva con le seguenti società:
- Maison Brandt Frères di Parigi (Francia)
- Kinsbergen di Amsterdam (Paesi Bassi)
- Uhren-Handelsgesellschaft di Francoforte (Germania)
- Ultimo Watch di Bruxelles (Belgio e Lussemburgo)
Tali accordi furono pubblicati anche sulla Gazzetta Ufficiale della Comunità Europea; questi stabilivano che i distributori si dovessero occupare anche di:
- promuovere la distribuzione
- assicurare la manutenzione
- utilizzare il marchio per la pubblicità
- organizzare un servizio di manutenzione e di riparazione per assicurare la garanzia internazionale
- mantenere una giacenza permanente dei principali modelli della collezione OMEGA
Oltre a ciò, solo tre dei suddetti distributori, avevano l’importante incarico di fabbricare casse di orologi e bracciali consoni ai gusti della propria clientela in modo da effettuare l’operazione di incassatura di movimenti di orologi di pregio per conto di OMEGA. I distributori scelti per questo importante compito furono i distributori Italiano, Francese e Tedesco.
Per oltre trent’anni la distribuzione degli orologi OMEGA, sul territorio italiano, è avvenuta grazie all’agenzia F.lli De Marchi e tale impegno venne mantenuto fino a quando la qualità del lavoro e le strategie di mercato erano favorevoli alle direttive di OMEGA.
L’attività di distribuzione affidata ai F.lli De Marchi cessò a metà degli anni 2000.
Esplode il caso “Apollo-Soyuz Anomali”
Il problema degli orologi Apollo-Soyuz esplose subito dopo l’importante Asta organizzata da Antiquorum il 15 aprile del 2007 :
- Lotto 234 - Geneva, Mandarin Oriental Hotel Du Rhône, M.No. 45.585.460
- Lotto 19 - Geneva, Mandarin Oriental Hotel Du Rhône, M.No. 39.927.934
Sembra che l’autenticità di questi due orologi fu confermata da un responsabile OMEGA (questione mai approfondita) ma più tardi Mr. Alain Monachon di OMEGA rese pubblica anche la seguente comunicazione:
“The correct movement numbers for Apollo Soyuz watch should be between 39.180.000 and 39.181.000”
Mr. Alain Monachon di OMEGA, con questa tardiva dichiarazione, aggiunse pertanto un dettaglio inedito riguardante questi orologi, nacque così il problema degli Omega Apollo-Soyuz Anomali (out of range/out of batch/pre-apollo-soyuz/ etc….) ossia alcuni sfortunati possessori di orologi Apollo-Soyuz vennero informati trent’anni dopo l’acquisto che il loro orologio era irregolare e che non rispettava i criteri di fabbricazione OMEGA.
A questo punto mi sorgono alcuni dubbi :
- nell’asta del 24 Aprile del 2004, avvenuta a Ginevra all’Hotel Noga Hilton, venne venduto un orologio Apollo-Soyuz con un movimento n.31.006.960. A tal proposito mi chiedo perché in quel momento nessun collezionista e/o responsabile OMEGA sollevò il problema del movimento anomalo.
- è molto probabile che i rivenditori/Concessionari OMEGA , prima di vendere gli Apollo-Soyuz, non abbiano informato correttamente i rispettivi acquirenti del fatto che i movimenti meccanici inseriti in questo speciale modello di orologio sarebbero dovuti appartenere al range segnalato dal responsabile OMEGA. Perchè nascondere ciò?
OMEGA afferma che, tra Aprile e Luglio del 1976, circa 400 orologi Apollo-Soyuz ufficiali (orologi completi) sono stati spediti al distributore italiano De Marchi, in questa sequenza:
- 200 consegnato il 12 aprile 1976
- 170 consegnato il 3 maggio 1976
- 20 consegnato l'11 maggio 1976
- 10 consegnato il 5 luglio 1976
Tutti i movimenti degli orologi relativi alle suddette spedizioni OMEGA sono compresi tra i seriali 39.180.860 ed 39.181.389.
Concluse le consegne e la successiva vendita degli orologi Apollo-Soyuz, si suppone che OMEGA abbia spedito ai F.lli De Marchi alcuni ricambi corrispondenti a questo particolare e raro orologio. Con questa speciale spedizione, di cui non esiste nessun documento che la possa avvalorare, pare inoltre che il distributore italiano De Marchi, senza informare il partner svizzero OMEGA, abbia potuto assemblare e vendere un numero imprecisato di orologi Apollo-Soyuz.
Il responsabile del Museo Omega di Bienna, Mr Brandon, confermava in un’e-mail, a me indirizzata, che:
-“la presenza di molti orologi “Apollo-Soyuz Anomali” è unicamente imputabile al distributore De Marchi che ha assemblato alcuni OMEGA Apollo-Soyuz. Concedere ad un partner locale la libertà di produrre orologi è stato un errore anche se gli accordi presi tra le parti non lo vietavano”-
Nel 2012, su queste precise affermazioni, ho preteso molti altri chiarimenti da Mr. Brandon e dai responsabili susseguiti in OMEGA. Oltre alle vaghe risposte alle numerose e-mail scritte ad OMEGA, ho ricevuto da Mr. Brandon un’importante promessa; avrei dovuto ricevere un documento in cui OMEGA garantiva che il mio orologio faceva parte della partita assemblata dal distributore italiano F.lli De Marchi.
Questa importantissima dichiarazione, promessa dal responsabile OMEGA, non arrivò mai!
È basilare ricordare che tra OMEGA ed i F.lli De Marchi c’era un contratto scritto che, oltre alla distribuzione, prevedeva anche l’assemblaggio di orologi. Proprio per questo motivo OMEGA dovrebbe, prima o poi, prendere una posizione chiara e definitiva sulla vicenda.
Se i F.lli De Marchi avessero effettivamente assemblato alcuni orologi Apollo-Soyuz, rispettando così gli impegni indicati nel contratto, OMEGA avrebbe potuto almeno riconoscere gli orologi “Anomali” appartenenti ad una produzione concessa al partner locale. Al contrario OMEGA ha sempre mantenuto un grande silenzio sull’intera vicenda inoltre ha permesso che molti esperti del settore potessero definire questi orologi in modi diversi e inappropriati come ad esempio: made in licenza - out of range - out of batch – pre apollo soyuz, etc... dimostrando pertanto scarsa propensione nell’affrontare la questione. Con questi presupposti è probabile che catalogando correttamente questa partita di orologi non si sarebbe verificata questa spiacevole situazione.
Nei confronti di OMEGA ho sempre preteso che la cosa venisse presa in seria considerazione, definita e risolta.
CONCLUSIONI
OMEGA afferma che i primi orologi Apollo-Soyuz furono spediti al distributore De Marchi nell’aprile del 1976 ma alcuni rivenditori OMEGA dell’epoca ed alcuni acquirenti confermano che a dicembre del 1975 gli orologi Apollo-Soyuz erano già disponibili nei negozi. La missione spaziale è avvenuta il 17 luglio del 1975.
Per anni ho sempre e solo ascoltato una sola versione, quella di Omega, ma i dubbi iniziali continuano a rimanere e posso riepilogarli in:
- Considerazioni tecniche
- Importanti Testimonianze
- Anno di produzione
- Dotazione dell’orologio
Considerazioni Tecniche
Se i fondelli degli orologi Apollo-Soyuz, prodotti da OMEGA, sono stati tutti incisi con un numero progressivo da 001 a 500 e che in 40 anni NON sono mai emerse due incisioni con lo stesso numero, mi domando il motivo per cui:
- le incisioni sui fondelli seguono una numerazione corretta e regolare in entrambe le serie; Apollo-Soyuz ufficiali e Anomali
- in che modo i F.lli De Marchi sono riusciti ad inserirsi nelle incisioni della “numerazione ufficiale OMEGA”?
- non ci sia nessuna relazione tra il numero inciso sul fondello ed il movimento dell'orologio
- il primo lotto indicato da OMEGA, dal 39.180.000 al 39.181.000, comprende 1000 orologi, invece nell’ultima serie dichiarata e corrispondente all’intervallo compreso tra 39.180.860 ed il 39.181.389 gli orologi sono 529.
OMEGA sostiene di avere spedito al distributore Italiano n°400 orologi Apollo-Soyuz, invece di 500. Se così fosse, in che modo OMEGA può spiegare l’esistenza degli orologi Apollo-Soyuz ufficiali n° 095 e 477 per di più accompagnati dall’Estratto d’Archivio Omega ?
Un altro grande errore di OMEGA è stato quello di considerare “autentico” un orologio Apollo-Soyuz con un movimento appartenente ad una produzione risalente al 1983, venduto all’asta di Ginevra nel 2007; nello specifico si trattava dell’Apollo-Soyuz nr.095 con movimento meccanico n°45.585.460.
Le prove acquisite in questi anni NON possono essere ignorate, di conseguenza è falso affermare che il numero corretto dei movimenti inseriti negli orologi Apollo-Soyuz è compreso tra 39.180.000 e 39.181.000.
Gli orologi Apollo Soyuz accertati come “made in licenza” hanno dei movimenti meccanici compresi nel range 31.006.xxx e 32.859.xxx. e le incisioni sui fondelli appartengono ad una serie casuale identificata in due intervalli di numerazione; dal 200 al 299 e dal 400 al 499.
Di seguito alcuni esempi di movimenti meccanici appartenenti a questa serie:
- 31.006.960
- 31.316. xxx (mio!)
- 32.208.1xx
- 32.208.2xx
- 32.856.xxx
- 32.857.xxx
- 32.859.4xx
- 32.859.6xx
È evidente che, per una serie limitata di 500 orologi, una numerazione non consecutiva ha poco senso ma questa è la realtà dei fatti.
Non tutti gli orologi Apollo Soyuz anomali montano pulsanti a pompa del diametro di 5.5mm, peculiarità solo di questo modello, e sembra anche che alcune incisioni dei fondelli, della serie A-S out of range ma anche di alcuni A-S ufficiali, non siano tutte uguali; nello specifico sono state individuate delle incisioni meno marcata di altre.
Importanti Testimonianze
Parlare e confrontarmi con il Sig. Flavio Bertolina, componente dello staff della società De Marchi, oltre ad essere un grande privilegio, è stato per me un’autorevole conferma di ciò che avevo sempre percepito. Il Sig. Bertolina conferma che per il Sig. Carlo De Marchi, proprietario dell’omonima società, il lavoro veniva prima della famiglia e soprattutto che all’interno del laboratorio De Marchi di Torino gli orologi Omega non venivano modificati o assemblati per la vendita: -"tutti gli orologi arrivavano direttamente da Omega CH".
Il Sig. Bertolina, conferma che il Sig. Carlo De Marchi ha sempre preteso dai suoi dipendenti la massima serietà e professionalità e, vista la lunga collaborazione, i risultati erano chiari anche a OMEGA.
Altre dichiarazioni:
“L'attività principale della Maison De Marchi era quella di distribuire sul territorio italiano gli orologi provenienti da Omega. Alcuni prototipi di orologi sono stati realizzati presso il laboratorio De Marchi; questi venivano commissionati e controllati da un team svizzero di Omega; se i prototipi venivano ritenuti interessanti per il mercato, OMEGA avrebbe potuto considerare la produzione in larga scala, viceversa questi venivano donati agli stessi tecnici italiani.”
“Ciò che ha sempre contraddistinto il Distributore De Marchi di Torino è sempre stato il grande rispetto per OMEGA; attraverso una collaborazione seria e trasparente tra loro.
Il distributore De Marchi. assemblando e commercializzando clandestinamente alcuni esemplari di orologi Apollo Soyuz non approvati dalla casa madre svizzera, avrebbe chiaramente messo in cattiva luce i suoi rapporti con Omega. La collaborazione tra Omega e la Maison De Marchi durò circa trenta anni, non c’era motivo di fare profitti dalla vendita di pochi orologi in acciaio.“
In dieci anni di ossessive ricerche e riflessioni non sono mai riuscito a trovare una spiegazione logica capace di comprendere come il Signor Carlo De Marchi abbia potuto barattare un importante e consolidato rapporto conquistato con Omega in cambio di un piccolo ricavo sulle vendite di alcuni orologi modificati.
Se lo scopo era soltanto quello di speculare e guadagnare, perché puntare su un unico orologio e soprattutto su un modello così particolare?
Quasi certamente la persona che avrebbe potuto chiarire il mistero degli orologi Apollo Soyuz Anomali è morta alcuni anni fa. Mi riferisco al direttore commerciale della Maison De Marchi. Il Sig. Bertolina afferma che erano proprio i colleghi del reparto commerciale di De Marchi che parlavano con il dipartimento sviluppo di OMEGA in Svizzera e, molto probabilmente, l’idea di realizzare un lotto di orologi riservato al solo mercato italiano partì proprio dal reparto commerciale della società De Marchi.
In Italia "l'orologio in edizione limitata" ha sempre superato le aspettative di vendita e questo era chiaro anche al reparto commerciale di De Marchi che propose ad OMEGA la realizzazione di altri orologi riservati al solo mercato italiano; come ad esempio due Speedmaster acciaio ed oro con molte particolarità. Era il 1988.
OMEGA, per questa speciale produzione riservata al solo mercato italiano, ha rilasciato un Estratto di Archivio con la seguente specifica: " Limited edition of xxx pieces for the italian".
Anno di Produzione
Negli eventi ufficiali e soprattutto nella sezione “VINTAGE” del sito ufficiale OMEGA il 1975 è indicato come anno di nascita dell’orologi Apollo-Soyuz.
Di seguito alcuni esempi:
Anno di Produzione
Negli eventi ufficiali e soprattutto nella sezione “VINTAGE” del sito ufficiale OMEGA il 1975 è indicato come anno di nascita dell’orologi Apollo-Soyuz.
Di seguito alcuni esempi:
Dunque OMEGA afferma che :
- La produzione degli orologi Apollo-Soyuz è del 1975
- Tutti gli ESTRATTI di ARCHIVIO rilasciati da Omega specificano che la produzione degli orologi Apollo-Soyuz ufficiali è del 1976
- i movimenti degli Apollo-Soyuz hanno dei numeri di serie compresi tra 39.180.000 ed il 39.181.000
è evidente che queste tre dichiarazioni sono incongruenti tra loro
I seguenti orologi Apollo-Soyuz, venduti nelle aste Antiquorum del 2004 e del 2007, NON appartengono ad una produzione del 1975 né tantomeno a quella del 1976:
- Lotto n° 247 Hotel Noga Hilton, Geneva, 24th April 2004 No. 31.006.960
- Lotto n° 234 Geneva, Mandarin Oriental Hotel Du Rhône, 15th April 2007 No. 45.585.460
- Lotto n° 19 Geneva, Mandarin Oriental Hotel Du Rhône, 15th April 2007 No. 39.927.934
Gli orologi venduti nelle varie aste online ed in quelle di Sotheby’s e Christie's, avvenute dal 2010 ad oggi, appartengono ad una produzione del 1976; tutti gli Estratti d’Archivio OMEGA confermano tale data.
- Lotto n° 367 Geneva, 8th May 2010 No. 39.181.098
- Lotto n° 28 New York, 15 Dec 2015 No. 39.181.098 (fondello n° 209)
- iCollector Auctions, 14 Dec 2014 No. 39.181.272 (fondello n°333)
- Lotto 10 Sotheby’s Londos, 25 Sept 2018 No. 39.181.251 (Fondello n°342)
- Lotto 1034 Fortuna Auctions, 2018 No. 39.181.034 (fondello n° 305)
- è giusto continuare ad affermare che gli orologi OMEGA Apollo-Soyuz sono una produzione del 1975 ?
- oppure è più corretto confermare che i movimenti compresi tra il range 39.180.000 ed il 39.181.000 sono una produzione del 1975 e di conseguenza gli Extract d’Archive Omega non sono corretti ?
A mio avviso, continuare ad affermare che la produzione degli Apollo-Soyuz appartiene all’anno 1975, alimenta ulteriore confusione dal momento che è noto che il 1975 è sempre stato associato (e confermato dagli Exctract d’ Archive OMEGA) alla produzione degli Apollo-Soyuz Anomali
Dotazione iniziale
OMEGA non è in grado di chiarire l’aspetto più semplice; la dotazione degli orologi Apollo-Soyuz.
Lo scatolificio BECUCCI di Bologna realizzò molte scatole per gli orologi OMEGA, come ad esempio:
- Constellation (panno di colore giallo oppure rosso)
- Geneve (panno di colore giallo oppure rosso)
- De Ville (solo verde)
- Seamaster (solo blu/viola)
Qui di seguito alcune foto:
( le foto sono indicative; sul sito OMEGA, nella sezione Vintage, le fotografie di questi orologi non erano disponibili )
Sembra che l’Apollo-Soyuz ereditò la scatola degli orologi sopra evidenziati, con l'unica differenza che le scritte dei vari modelli “Constellation”, “Geneve” o “De Ville” furono sostituite dalla scritta “OMEGA”.
Gli orologi Apollo-Soyuz furono consegnati ai clienti in una scatola di bachelite trasparente prodotta dallo Scatolificio BECUCCI.
OMEGA decise di utilizzare la scatola per cinque modelli di orologi diversi pertanto non esclusiva per il modello Apollo-Soyuz. È assai curioso constatare che alcuni orologi Apollo-Soyuz sono contenuti in scatole nelle quali all’interno è indicato il nome di un orologio diverso, come ad esempio “Geneve”.
Alcuni esperti sostengono che:
- l’orologio Apollo Soyuz era accompagnato da un documento della missione spaziale su cui era attaccata la moneta commemorativa della missione ASTP.
- la decisione di produrre un orologio OMEGA senza scritta Speedmaster, dotato di bracciale 1168 (uguale agli Oyster prodotti da Rolex) e con box in panno verde era in qualche modo influenzata dall’orologio più venduto in quegli anni; il Rolex Submariner.
- Se il distributore De Marchi avesse inciso i fondelli, ricevuti come ricambi da OMEGA, avremmo trovato fondelli con incisioni doppie o viceversa fondelli privi di incisioni.
- Verso la fine del 1975 OMEGA spedì al Distributore De Marchi un centinaio di orologi Apollo-Soyuz. A metà del 1976, forse dopo l’approvazione del mercato o della stessa OMEGA, questa spedì ai F.lli De Marchi i restanti orologi Apollo-Soyuz, per un totale di 500 pezzi.
Tutti i testi, i concetti e le fotografie contenute in questo sito sono il frutto di una ricerca durata dieci anni. Qui potete trovare tutte le informazioni relative agli orologi OMEGA APOLLO SOYUZ (la prima edizione composta da 500 esemplari).
Mi chiamo Simone Zucchelli e sono l'artefice di questo spazio web, molti appassionati del settore mi riconoscono come "l'esperto degli orologi Apollo Soyuz".
Mi chiamo Simone Zucchelli e sono l'artefice di questo spazio web, molti appassionati del settore mi riconoscono come "l'esperto degli orologi Apollo Soyuz".
Un'altra questione irrisolta!
Il responsabile del Museo OMEGA di Bienna, tale Mr. Brandon, mi ha inviato la copia del documento di trasporto, da Bienna a Torino, del mio orologio.
I prospetti comparativi trovati sul web, associano il movimento del mio orologio (31.316.xxx) ad una produzione compresa tra il 1971 ed il 1972. Il responsabile del MUSEO mi fece avere la fattura accompagnatoria del mio orologio; quella spedita da OMEGA al partner italiano di quegl’anni (F.lli De Marchi). In questa fattura, datata 1975, è indicato il numero del movimento del mio orologio accanto ad una scritta “Speedmaster Professional”.
Mr. Brandon, per fare un raffronto, mi inviò una secondo documento di trasporto (datato 1976) che, a parere suo, avrebbe dovuto dimostrare che tutti gli orologi Apollo Soyuz riportano la dicitura “APOLLO” a fianco al numero di serie.
Entrando in possesso del documento di trasporto relativo al mio orologio sono riuscito a dimostrare che il movimento inserito nel mio orologio NON apparteneva ad un lotto spedito ai distributore De Marchi nel 1971 ma bensì nel 1975, anno di distribuzione degli orologi OMEGA Apollo Soyuz.
I prospetti comparativi trovati sul web, associano il movimento del mio orologio (31.316.xxx) ad una produzione compresa tra il 1971 ed il 1972. Il responsabile del MUSEO mi fece avere la fattura accompagnatoria del mio orologio; quella spedita da OMEGA al partner italiano di quegl’anni (F.lli De Marchi). In questa fattura, datata 1975, è indicato il numero del movimento del mio orologio accanto ad una scritta “Speedmaster Professional”.
Mr. Brandon, per fare un raffronto, mi inviò una secondo documento di trasporto (datato 1976) che, a parere suo, avrebbe dovuto dimostrare che tutti gli orologi Apollo Soyuz riportano la dicitura “APOLLO” a fianco al numero di serie.
Entrando in possesso del documento di trasporto relativo al mio orologio sono riuscito a dimostrare che il movimento inserito nel mio orologio NON apparteneva ad un lotto spedito ai distributore De Marchi nel 1971 ma bensì nel 1975, anno di distribuzione degli orologi OMEGA Apollo Soyuz.